venerdì, settembre 01, 2006

Incubo


Il suo respiro mi mette paura: è veloce e affannato quando mi afferra.
E il mio cuore perde un battito, lo ritrovo in gola a soffocarmi.
E lui su di me, rabbioso e violento.
Non so perchè la mia bocca non emetta suono, ma quando me ne accorgo mi distraggo da ciò che sta accadendo. Ma è un momento, un momento soltanto, perchè il suo corpo fa male, sinchè non mi lascia il suo segno disgustoso.

Non potendo respirare, non potendo gridare, mi metto a piangere.
Ho paura e mi sento così dannatamente sola.
In testa ho una domanda: e adesso?
Attorno a me ci sono brandelli del mio essere donna, ci sono sangue, lacrime, sperma.

E nel mio ventre cresce il frutto della violenza, della paura e del rancore.
Corro, ho bisogno di aiuto.
Ma perchè gli altri non mi vedono piangere?
E come potrò dirlo al mio amore che aspetto un figlio non suo?
Mi sento in trappola, disperata e infinitamente triste.

L'agonia è lenta e dolorosa, mi siedo per terra con la testa fra le mani, appoggio la schiena al muro cercando un po' di (vano) conforto.
Piango, piango, piango.
I singhiozzi rieccheggiano dentro, mi scuotono.
Sinchè con un ultimo sforzo, riemergo dal sonno e riprendo a respirare.