venerdì, ottobre 14, 2011

L'ultima stanza

Quella casa ha tutte le stanze disposte lungo un corridoio.
L'ultima, la cui porta sfuma nel buio quando la luce è accesa solo in cucina, è dove dormivo con lei da piccola.
Se rimango in piedi sulla soglia dell'ingresso e guardo là, riesco solo a scorgere la sagoma sbiadita nell'ombra della vetrina nell'angolo. Non ci fossi mai stata, nemmeno saprei che oltre quell'oscurità c'è una stanza con due letti, un armadio, il mobile con lo specchio e i cassetti. Esisterebbe, ma non la vedrei.
O forse è già scomparsa, portandosi dietro le boccette di profumo, le coperte di ciniglia, i ricordi.
Era Luglio e faceva caldo, nessuno riusciva a muoversi e io, che ancora non sapevo cos'avrei dovuto fare, fissavo con timore quel lungo corridoio. Improvvisamente era una linea scura che non finiva mai. Il cuore mi batteva forte per l'ansia. Cos'era cambiato? Cos'avrei visto? Non potevo andare oltre, non potevo arrivare laggiù per il timore di trovare un baratro oltre il buio e cadere giù.
Invece, alla fine, ho preso coraggio. Siamo entrati tutti - siamo caduti tutti - e sotto non c'era nulla di morbido.
Chissà dove siamo ora?
A volte, rimanere ferma nel corridoio mi dà un senso di sicurezza, non vorrei mai più muovermi. Ho il terrore che il buio, oltre alla stanza, cancelli anche me.

Annalisa, the saru